L’idea originaria di Amelino-Camelia si fondava sulla sua teoria della relatività doppiamente speciale e del principio di località relativa, teoria in cui si immagina un universo con un “vuoto” che ha una risposta differente a seconda dell’energia della particella che lo attraversa (mi scuserete l’estrema semplificazione, spero). Un’ipotesi del genere permetteva di evitare una rottura drastica dell’invarianza di Lorentz (il fatto cioè che sia possibile superare il limite della velocità della luce nel vuoto) e ipotizzarne solo una “deformazione” attraverso una modifica opportuna della relazione tra la velocità e l’energia dei neutrini.
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mercoledì 20 giugno 2012
La filosofia dei neutrini
Giovanni Amelino-Camelia, fisico teorico dell’Università La Sapienza di Roma che molto si è speso in questi ultimi mesi nel cercare di capire i risultati dell’esperimento OPERA, quelli della presunta velocità superluminale dei neutrini, prova a tracciare un bilancio di tutta la vicenda in un articolo che cambia la sua prospettiva, non più ricerca scientifica ma filosofia della scienza: “Phenomenology of Philosophy of Science: OPERA data” è infatti il suo titolo.
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