domenica 23 marzo 2014

Il futuro della Terra

Scioglimento dei ghiacciai: come cambierebbe il mondo?

Coste spazzate via, intere nazioni sommerse, nuovi bacini idrici. Addio a Venezia, ma anche a Londra


Di fronte agli allarmi sul cambiamento climatico (l’ex riscaldamento globale, per intenderci), viene da chiedersi come sarebbe lo stato delle terre emerse di fronte all’ipotesi dello scioglimento totale dei ghiacci della Terra. Il National Geographic lo ha fatto qualche tempo fa e il risultato è questo. Una serie di mappe che sovrappongono la linea di costa attuale e quella che si verrebbe a creare con i ghiacci sciolti.
Secondo gli scienziati il livello del mare si alzerebbe di 68 metri e interi chilometri di costa e dell’interno di tutti i continenti sarebbero sommersi (per esempio, gran parte della Pianura Padana finirebbe sott’acqua Venezia compresa). L’Africa è quello che subirebbe meno danni, mentre l’Antartide quasi scomparirebbe. Certo, se fossero solo i ghiacci dell’Artico, logica vorrebbe che il livello dell’acqua si abbassasse. Ma qui sono compresi tutti gli altri. E le cose si complicano.


Con lo scioglimento dei ghiacci scomparirebbe New York, tutta la Florida e buona parte della California. Le colline di San Francisco diventerebbero un gruppo di isole, la Central Valley un'immensa baia.


Se il Centro America e il resto dei Caraibi se la caverebbero senza troppi danni, il Brasile sarebbe quasi diviso a metà, con un bacino oceanico che riempie tutto il corso del Rio delle Amazzoni. Lo stesso anche con il bacino del Paraguay. L’acqua spazzerebbe via Buenos Aires, la costa dell’Uruguay e buona parte del Paraguay


Il ghiaccio dell’Antartide orientale è così spesso da rappresentare i quattro quinti del ghiaccio in tutto il mondo.


Scompaiono Londra e Venezia, per citarne due. I Paesi Bassi vengono sommersi, e anche gran parte della Danimarca. In compenso, si ingrandiscono in modo notevole il Mar Caspio e il Mar Nero.


Addio al Bangladesh, e a una porzione della Cina dove abitano 600 milioni di cinesi. Anche l’India vedrebbe gran parte delle sue coste sommerse dall'acqua, e i monti Cardamomi diventerebbero un’isola.


Sparirebbe la parte della costa Est, dove abita gran parte della popolazione australiana. Intanto, si creerebbe un bacino interno alla regione, con in più una nuova isoletta al centro.







lunedì 17 marzo 2014

L'anno luce

Che cos’è l’anno luce e come si calcola?



L’anno luce non è una misura di tempo, non ha direttamente a che fare con i minuti o con le ore. E’ una misura di lunghezza astronomica, usata per calcolare le grandi distanze tra pianeti o tra oggetti celesti.

L’anno luce corrisponde alla distanza che la luce, in un anno, riesce a percorrere se viaggia libera nel vuoto. Con “vuoto” si intende uno spazio dove non c’è attrazione gravitazionale o magnetica.
Per comodità, la velocità della luce viene spesso arrotondata a 300 mila chilometri al secondo. Con questa unità di misura, proviamo a calcolare quanto corrisponde un anno luce:
300.000 km || velocità della luce al secondo
300.000 km * 3600 = 1.080.000.000 km || velocità della luce in un’ora 1.080.000.000 km *24 * 365 = 9.460.800.000.000 km || velocità della luce in un anno
Quindi, se la luce fosse libera di viaggiare nello spazio, dopo un anno percorrerebbe 9.460,8 miliardi di chilometri (che corrisponde per l’appunto al valore dell’anno luce).

In verità, per essere pignoli la luce viaggia un po’ più lentamente, cioè a 299.792.458 m/s. Teniamo poi conto che io ho arrotondato l’anno a 365 giorni ma che in realtà l’anno giuliano è composto da 365,25 giorni.
Facendo i calcoli esatti con queste nuove misure la velocità della luce in un anno risulta essere per la precisione:
velocità della luce in un anno = 9.460.730.472.580,8 km

sabato 15 marzo 2014

Le Piramidi d'Egitto

Le Piramidi d'Egitto

Mentre i miracoli del mondo antico cadevano uno dopo l’altro, loro continuavano a resistere al tempo: le Piramidi egiziane sono nati dall’ambizione di vivere per sempre.


La parola piramide deriva dalla lingua greca, “pyramis”, nome preso probabilmente dalla tipica torta egiziana. Ma per gli egizi la piramide significava molto di più. Era la garanzia dell’immortalità del loro faraone, del loro conduttore, quindi del loro regno.
Nei tempi protodinastici i corpi dei defunti erano seppelliti in semplici tombe, nell'anonimato della sabbia e del deserto.

Entravano in un processo di mummificazione naturale, come lo testimnoiano i vari cimiteri dell'area intorno alla valle dei re. Già in questa epoca gli egizi credevano nella vita dopo la morte, visti gli oggetti ritrovati accanto a queste mummie.

Durante le prime dinastie i sovrani iniziarono ad usare delle strutture di seppoltura più elaborate destinate ai membri della corte. Le tombe a màstaba erano costituite un "gradone" di forma tronco-piramidale. La struttura conteneva alcune cappelle rituali e due porte: una "falsa", attraverso la quale era consentito al defunto lasciare l'aldilà per andare a ricevere le offerte deposte dai vivi, ed un pozzo, chiuso con pietre e detriti, molte volte assai profondo, che dava accesso alla tomba vera e propria. La parte esterna della mastaba ha come funzione quella di chiudere l'accesso alla tomba e di segnalare la presenza del sepolcreto.


La costruzione di piramidi parte dal grande architetto egizio Imhotep, che realizzo la prima piramide 100 anni prima di quella di Cheope, per Djorser. Al quel tempo i faraoni si seppleivano in tombe chiamate mastaba, Imhotep, il quale per la tradizione è anche fondatore della scienza medica egizia, ha avuto l'idea di mettere più mastaba una sopra l'altra, creando così la prima piramide a scaglioni nel deserto di Saqqara.
La transizione dalla piramide a gradoni a quella con le pareti lisce ebbe luogo, durante il regno del Re Snefru, padre di Cheope, a Meidum, circa 70 chilometri a sud di Cairo. Nata probabilmente come piramide a gradoni, e forse proprio per questo, o per l'ancora poca esperienza architetti, la struttura collassò scoprendo di nuovo l'aspetto originale a gradoni che possiamo ancora oggi ammirare.



 La piramide romboidale di SnefruSnefru costruì altre due piramidi, a Dashur. Il primo è stato progettato con una vera struttura piramidale a facce piatte, ma l'angolo di 54 gradi era troppo ripido per poter completare il progetto. Inoltre, il terreno non sufficientemente solido, causava ulteriori problemi di stabilità, poi risolta variando l'angolatura a 43 gradi. I lati in quel punto, perciò si elevano con un angolo minore e creano uno spigolo, da dove anche il suo nome di Piramide Romboidale. Insoddisfatto della sua riuscita, Snefru realizzò un'altra piramide, che sceglie per luogo di sepoltura. A causa del colore delle sue pietre, quest'ultima è chiamata anche la "piramide rossa" e ha le dimensioni quasi quanto la Grande Piramide di Cheope. La sua base di 220m e la sua pendeza di 45°, lo innalza a ben 104m.
Cheope voleva sorpassare il suo padre, costruendo una piramide ancora più grande, ancora più imponente. Alta in origine 147m, ha oggi un'altezza lievemente inferiore a causa della rimozione del rivestimento di calcare e del pyramidion.
L'ossessivo desiderio per l'immortalità dei faraoni della quarta dinastia, insieme alla volontà e la credenza del popolo egizio, hanno permesso non solo di costruire i meravigliosi Piramidi di Giza, ma anche di costituire la prima superpotenza del mondo, segnando il trionfo dello spirito umano d’avanti alla morte.